Alaska
Le due traversate dell’Alaska a piedi, compiute nel 2002 e 2003, rappresentano per me l’inizio della mia carriera di esploratore. Lo stimolo di attraversare questo paese, così selvaggio e ostile, in pieno inverno, con una slitta al seguito, me lo diede un giornalista della RAI che incontrai nel 2001 in Marocco durante la Marathon des Sables. Le poche cose che mi disse fecero subito breccia nel mio cuore. Sembrava una cosa folle, ma avrei fatto di tutto per trasformare quel sogno in realtà. Avevo 24 anni, ero un mediocre studente universitario iscritto al terzo anno di scienze bancarie che ancora doveva trovare la sua strada, e quell’avventura sembrava l’occasione giusta per conoscere e conoscersi.
La prima traversata di 600 km la compii nel febbraio del 2002, da Anchorage al piccolo villaggio di Mc Grath. Fu un viaggio breve (soli 9 giorni) ma le temperature, le condizioni atmosferiche e l’attrezzatura non del tutto adatta resero l’avventura molto impegnativa. In particolare fu la slitta (progettata e costruita assieme ad un amico in un garage) a darmi i problemi più grossi. Era grande, pesante e poco maneggevole nei sentieri di montagna che percorsi. Però era la mia “creatura” e non l’avrei cambiata per nessun’altra slitta al mondo.
L’anno successivo tornai in Alaska per una traversata di 1400 km da Anchorage a Nome. Memore dell’esperienza dell’anno precedente, decisi di apportare qualche modifica alla mia attrezzatura. La vecchia slitta venne sostituita con una più leggera e maneggevole. Fu una spedizione meravigliosa che mi portò a conoscere luoghi che ancora oggi ho nel cuore.